IL PERCHÉ DELLA MOSTRA

UN PENSIERO…

A volte capita di imbattersi in un libro per caso, un vecchio tomo dalle pagine sgualcite che incontri lungo il tuo cammino. Non è ciò che cercavi eppure l’hai trovato e fin dalle prime pagine ti rendi conto che avresti voluto trovarlo prima e farne il tuo tesoro.”

È quello che è capitato a noi nei riguardi de “Le città invisibili”. Come è noto, il punto di partenza di ognuno dei nove capitoli che costituiscono l’opera è il dialogo tra Marco Polo e l’imperatore dei Tartari Kublai Khan, che interroga l’esploratore sulle città del suo immenso impero.

Il viaggio compiuto da Marco Polo rappresenta in metafora il viaggio della vita, con profondi legami con il mondo interiore ed il vissuto di ogni individuo. Marco Polo descrive città reali o immaginarie, che colpiscono sempre più il Gran Khan, suscitando in lui interesse e curiosità

Le città descritte sono cinquantacinque, hanno tutte nomi di donna e sono organizzate in undici categorie: memoria, desiderio, segni, le città sottili, scambi, occhi, nome, morti, cielo, le città continue, le città nascoste.

Esse diventano simbolo della complessità e del disordine della realtà, ma rappresentano anche il tentativo di dare un ordine al caos del reale. Le città però sono anche sogni che nascondono un desiderio, oppure il suo rovescio, una indescrivibile paura. … “d’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.”

Molti sono gli artisti che si sono cimentati nel tentativo di dare immagine e colore alle fantastiche creazioni mentali di Calvino.

Ora è la volta degli “Amici nell’Arte” e ciò che li distingue è anche la varietà dei linguaggi profusi, che spaziano dalla pittura all’incisione, alla ceramica, alla scultura, alla fotografia, alla grafica, alla video-art…

Ad arricchire tale bagaglio culturale la partecipazione di un gruppo di pregevoli artisti siciliani con rappresentazioni fortemente cromatiche ed interessanti. esaustive.

Il fatto poi che molti degli artisti partecipanti provengano da varie parti del mondo, ha sicuramente accentuato la varietà e la ricchezza delle interpretazioni, conferendo a tutta la mostra una connotazione internazionale.

Anche da queste pagine vogliamo ringraziare il Comune di Agrigento, per l’ospitalità in questo magnifico complesso, la Regione Siciliana, la Provincia di Agrigento ed il FAI-Delegazione di Agrigento, per averci concesso il patrocinio, segno del loro apprezzamento, e le numerose persone che ci hanno supportato nella non facile impresa di trasportare questa esposizione dalla Liguria alla Sicilia, attraverso il mare.

Fra esse ricordiamo con piacere Lorenzo Rosso, Maria Rosso, Giovanni Proietto con i “colleghi” siciliani e gli amici liguri che ci sono stati vicini.

Prima di concludere ci ha piacevolmente colpito il fatto che la RAI abbia trasmesso alcuni giorni addietro due servizi relativi proprio a “Le Città Invisibili”: il primo nella rubrica “Letti e Riletti”, andato in onda il 10 agosto sul TG2 e l’altro, intitolato “La Città Invisibile: il Cretto”, passato in video il 12 agosto alle 14.20 sul TG3 nazionale.

Per noi… un buon auspicio per la mostra.

È delle città come dei sogni: tutto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.”

« Ultimamente, leggendo i diversi brani del libro di Italo Calvino “Le Città Invisibili”, la mia mente ha subitamente materializzato i ben noti disegni e le incisioni di Maurits Cornelius Escher, artista grafico olandese, il cui tratto ha influenzato tutto il novecento, grazie alla rappresentazione di una geometria utopica, oltre ogni legge fisica, ed alla raffigurazione di situazioni impossibili, prive della più elementare logica umana.

A modo suo, un poeta dello spazio, capace di fornire un’illusione complessa della realtà, proiettata attraverso una visione geometrica impossibile, cosa che Calvino ha magistralmente attuato con parole e pensieri. » (n.d.r.)

Carmen Spigno
Presidente del Circolo
Amici nell’Arte”